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Racconti per non dormire

Letti da Annarita Del Piano

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Annarita Del Piano, nata a Cassano delle Murge, in provincia di Bari, si trasferisce con la famiglia a Matera da ragazzina, dove persegue studi artistici, dapprima con la danza classica e successivamente con il teatro, frequentando i laboratori di Enrico Annecchino, l’Hermes di Emilio Andrisani ed il Teatro dei Sassi condotto da Massimo Lanzetta e Loredana Paolicelli. Prosegue le sue performance dividendosi tra teatro, danza e musica con la Compagnia teatrale di Tirambo di Lino Cavallo. Prosegue poi i suoi studi, diplomandosi, come danzatrice tersicorea sotto la supervisione del maestro Momcilo Borojevic, alla Fondazione Niccolò Piccinni di Bari nel 1984, lavorando al contempo nella compagnia di danza Dancemania di Venosa (in provincia di Potenza) assieme al ballerino Tani Viti. Si diploma poi presso l’Isef dell’Università di Urbino e si iscrive successivamente al Conservatorio musicale Egidio Romualdo Duni di Matera.

Il suo esordio cinematografico avviene nel 1993, con una piccola partecipazione al film L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, conosciuto mentre questi era a Matera. A seguito di ciò, parte alla volta di Roma per poter frequentare diverse scuole di cinema. Il suo primo lavoro televisivo risale al 1996, con Il quarto re di Stefano Reali, dove figura nel ruolo di una bella lebbrosa, e successivamente prende parte a diverse fiction, come UltimoValeria medico legale e Una donna per amico. Nel 2000 figura come co-protagonista nella fiction Le ali della vita e nel suo séguito Le ali della vita 2, accanto a Sabrina Ferilli e Virna Lisi, dove interpreta il ruolo di sorella Celestina. Negli anni seguenti, partecipa come co-protagonista alle fiction Maria Goretti e L’uomo sbagliato. Come attrice cinematografica ricopre, tra gli altri, il ruolo dell’assistente sociale nel film Le bande di Lucio Giordano, della bigliettaia in Focaccia blues di Nico Cirasola e della madre di Checco Zalone in Che bella giornata di Gennaro Nunziante. Nel 2012 torna a Cassano delle Murge nelle vesti di regista per presentare la sua ultima produzione, intitolata Parigi nell’anno del Signore.

 

Altri miracoli

Con pochi tratti rapidi, Mariolina Venezia disegna una città che potrebbe essere ovunque, con le sue scuole, ospedali, supermarket… È lí che vivono i protagonisti di queste storie. Immersi nelle loro routine, senza nemmeno rendersene conto, compiono qualche piccolo tradimento a se stessi o al prossimo. Vigliaccherie. Inezie. Non perseguibili penalmente, appena condannabili moralmente. Da questa «zona grigia» si scatena una serie di effetti collaterali sempre piú potenti, svelando un po’ alla volta il disegno: il bene e il male si sviluppano dentro ognuno di noi, e si diffondono attraverso i legami che ci uniscono. Il gesto mostruoso della cronaca viene cosí ricollegato al suo contesto, non piú episodio isolato, ma prodotto di una catena di cause ed effetti della quale tutti sono partecipi, e in qualche misura responsabili.
L’autrice di Mille anni che sto qui, in questo primo libro, uscito da Theoria nel ’98, anticipa la ricchezza di personaggi che si ritroverà nel suo romanzo, raccontando una società metropolitana in cui si stanno perdendo la sacralità della vita e della morte e i valori della storia e dei legami fra gli individui. Risalendo fino alle radici della sofferenza e della gioia, sullo sfondo di una dilagante crisi della famiglia e delle istituzioni, questi racconti sembrano anticipare certi folgoranti eventi degli ultimi anni di cronaca italiana. (Fonte: Einaudi)


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